La famiglia dei Bandini Piccolomini, con i suoi prestigiosi personaggi rappresentano la continuazione dell'antica ed autorevole famiglia dei Bandini di Siena. I suoi esponenti furono i discendenti di Montanina Piccolomini Todeschini, che permise, loro, di entrare nella cosiddetta consorteria dei Piccolomini, con la facoltà di aggiungerne il cognome e le insegne [1].
Le origini
I componenti di questa famiglia, prima di far parte della casata dei Piccolomini, si distinsero nella Repubblica per aver ricoperto, ruoli politici e amministrativi importanti, fin dalla metà del XIII secolo.
In particolare si distinsero nell'attività diplomatica, con Bartalo di Tura, che fu ambasciatore presso lo stato della chiesa sotto Callisto III e Pio II[2]. Suo fratello Pavolo, fu avvocato concistoriale e cameriere d'onore del papa. Bandino di Bartolo, inoltre fu Camerlengo di Biccherna, una delle più prestigiose magistrature della Repubblica.
Nel XVI secolo il loro ultimo discendente, Sallustio (o Salustio), sposò Montanina Piccolomini Todeschini, figlia di Andrea e di Agnese Farnese, che le trasmise un'educazione colta e raffinata. Montanina, recava in sé il sangue di tre papi, oltre quello di Pio II e Pio III, anche quello di Paolo III, cugino della madre.
Sallustio e Montanina ebbero diversi figli, di cui i più importanti furono Mario e Francesco, cresciuti sotto la protezione dello zio cardinale Giovanni.
Adottati dai Piccolomini, assunsero il cognome di Bandini Piccolomini, fondando una famiglia che ebbe una breve discendenza, ma dalla vita intensa e storicamente ragguardevole.[3]
|