La Biccherna, attiva dal secolo XII fino al 1786, fu una delle principali magistrature finanziarie della Repubblica di Siena.
Costituita da un camarlengo, quattro provveditori e altri ufficiali subalterni, dopo l'annessione di Siena al Ducato mediceo la sua autonomia fu limitata da istituzioni finanziarie di controllo. Il nome deriva da una contrazione del palazzo di Blacherne di Costantinopoli che conteneva il tesoro imperiale.
Dal nome della magistratura senese, si chiamarono a Siena le tavolette dipinte con scene religiose, civili, ritratti, con le quali si rilegavano i libri dei conti delle amministrazioni finanziarie della Biccherna e della Gabella.
La prima delle 124 tavolette è quella raffigurante frate Ugo, il monaco di San Galgano, ed è stata realizzata da Gilio di Pietro intorno al 1258. I dipinti più antichi rappresentano l'unica documentazione certa per i pittori senesi precedenti a Duccio, come Dietisalvi di Speme e Guido di Graziano.
Il soggetto raffigurava inizialmente il camerlengo nelle sue attività, spesso con un arco alle spalle che raffigurava la stanza delle riunioni, accompagnato dagli stemmi dei quattro provveditori e da un'iscrizione con i loro nomi e le date della carica. Nel XIV secolo si alternarono anche soggetti religiosi (Circoncisione di Gesù di Luca di Tommè, del 1357; Trinità fra santi, attribuita a Niccolò di Bonaccorso, del 1367) o civici (Buon governo, del 1344; Offerta di tributi) e nel XV la raffigurazione di vicende contemporanee (Incoronazione di papa Pio II del Vecchietta, del 1460; la Vergine protegge Siena dai terremoti di Francesco di Giorgio Martini).
Il Vecchietta nacque e visse a Siena. Gli artisti più importanti per la sua formazione sono stati: Sassetta, Jacopo della Quercia, ma anche i fiorentini Masaccio, Masolino e Donatello. Più tardi nella sua vita è stato il maestro di Francesco di Giorgio e Neroccio de' Landi.
Il Vecchietta, Incoronazione di Pio II, veduta di Siena fra due chimere
La tavola, che a partire da questo momento cambia tipologia e funzione, non più semplice copertina di registro contabile ma quadro vero e proprio da appendere al muro perciò di dimensioni maggiori e dotato di cornice, è occupata per la maggior parte dalla raffigurazione dell’incoronazione di papa Pio II, il senese Enea Silvio Piccolomini, avvenuta nel 1458. Dal fondo in oro si staglia la figura della Madonna sovrastante il pontefice che riceve la tiara da parte dei cardinali; ai lati della Madonna si vedono gli stemmi dell’Impero (a sinistra) e del Comune e del popolo di Siena (a destra). Segue una fascia orizzontale con la rappresentazione di una veduta della città di Siena inquadrata da due chimere e dagli stemmi delle famiglie Baldi e Umidi. Al di sotto sono dipinti altri otto stemmi delle famiglie da Bagnaia, Giovannelli, Piccolomini, Tommasi, Pini, Del Rondine, Tolomei, Venturini. Sulla parte inferiore è presente l’iscrizione, ritenuta di dubbia autenticità.(2)
QUESTA È L’ENTRATA E L’USCITA DEL VENERABILE ANGNIOLO DI PIETRO DI BALDO, CHAMARLENGO DI BICHERNA AL TENPO DE’ SAVI HUOMINI FILIPO DI PIERO UMIDI, SER ANTONIO DA BANGNAIA E PETRO DI BARTOLOMEO DI CHARLO E TOMASSO D’ORBANO GIOVANNELI E TOMASSO DI MISERE GIORGIO TOMASSI E ANTONIO DI GIOVANNI PINI E LOCIO DI CHECO DE’ RONDINA E GIORGIO DI FRANCIO D’ACHARIGI TALOMEI E DOMENICO DI VENTURINO VENTURINI MCCCC60
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