Il Puntone di Scarlino è una frazione del comune di Scarlino, in provincia di Grosseto.
Il Puntone è situato lungo la costa tirrenica presso la baia di Portiglioni, alla foce del canale allacciante del padule di Scarlino, all'interno del golfo di Follonica. La località dista circa 40 km da Grosseto e poco più di 7 km dal capoluogo comunale.
Storia
La frazione del Puntone sorge in un'area anticamente occupata dal lago di Scarlino, oggi divenuto palude, sulle cui sponde si era sviluppato, dal IV secolo a.C., un insediamento a vocazione manifatturiera e siderurgica. Tra la fine del III secolo a.C. e la prima metà del secolo successivo è documentata la presenza di un vivace porto situato nel lembo di costa tra il Puntone e Portiglioni, identificabile con lo scomparso Portus Scabris, attivo nel commercio del minerale ferroso dell'isola d'Elba, vino, olio e vasellame. Alla fine dell'età repubblicana, il sistema portuale viene potenziato e l'insediamento diviene un vero e proprio centro industriale su vasta scala: sono questi gli anni in cui vengono realizzati impianti termali, strutture ricettive e il vasto complesso edilizio della Manliana, stazione di posta per la sosta e il ristoro dei viandanti. A partire dalla fine del I secolo a.C. si assiste in tutti i territori di Populonia ad un crisi dell'industria siderurgica e la principale attività di queste terre diviene l'agricoltura: numerose sono le ville e le fattorie che in questo periodo sorgono intorno al lago e all'insediamento portuale.[1]
Con il II secolo d.C. si ha un progressivo spopolamento delle campagne, ma Portus Scabris rimane un centro vitale e anche dopo la caduta dell'impero romano il porto continua ad offrire riparo e rifornimenti alla navi. A cominciare dal VI-VII secolo d.C., tuttavia, il centro inizia ad essere sempre meno frequentato e lo scalo poco sfruttato, anche se è ancora documentato nel XIV secolo come in grado di accogliere una nave di grande dimensioni quale la galea. Nel corso del medioevo il commercio, ormai ridotto, si limita a sale e grano. A partire dal XVI secolo, il territorio del Puntone si spopola progressivamente, fino ad essere quasi abbandonato per l'insalubrità dell'aria, dovuta all'impaludamento del lago, e la diffusione della malaria: nel XVIII secolo, tuttavia, il porticciolo è ancora utilizzato come scalo da piccoli bastimenti.[2]
Nel XIX secolo, sotto i Lorena, viene avviato il programma di bonifica del padule. Tra il 1832 e il 1836 è scavato il canale allacciante ed eliminato lo scalo interno al lago, mentre quello esterno torna ad essere nuovamente utilizzato a partire dai primi anni del Novecento, quando dal 1905 vengono costruite le prime teleferiche per il trasporto della pirite da cui ricavare l'acido solforico. Tra il 1910 e il 1956, inoltre, vengono riutilizzate le scorie risalenti all'epoca romana accumulatesi sul cordone sabbioso che separava il lago dal mare, nell'area oggi chiamata Poggetti Butelli, che significò la perdita di importanti dati archeologici.[3] Tra il 1960 e il 1962 viene realizzato il canale artificiale a servizio del nuovo impianto chimico del Casone e durante la sua costruzione sono impudentemente distrutti resti di edifici romani.
Con l'avviamento del vicino impianto del Casone (1962) e la successiva chiusura dell'attività di imbarco pirite nel 1978, il Puntone cessa per sempre la propria storica attività industriale e diviene una frequentata località balneare, grazie alla bellezza delle proprie spiagge e la presenza di piccole calette poco frequentate da un turismo di massa. Nel 2003 viene inaugurato il porto turistico Etrusca Marina, rendendo il Puntone una pregiata località balneare di élite.
Il Porto del Puntone di Scarlino
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