La Fattoria della Grancia è un complesso rurale fortificato situato nella parte sud-orientale del territorio comunale di Grosseto, su una modesta altura che domina la riva sinistra del fiume Ombrone.
Cenni storici
Il complesso sorse in epoca medievale come monastero benedettino dedicato a Santa Maria de' Monti, alle dipendenze della non lontana Abbazia di San Rabano sui Monti dell'Uccellina.
Tra il Trecento e il Quattrocento iniziò la trasformazione dell'originario complesso monastico in fattoria fortificata (grangia) che, in epoca rinascimentale, passò alle dipendenze dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena; nel tardo Cinquecento i Medici cedettero il complesso all'Ospedale della Misericordia di Grosseto, mentre la gestione fu dei Francescani.
Verso la metà del Settecento furono abbandonati, sia la fattoria che il convento attiguo; si determinò, quindi, un periodo di declino e di degrado per l'intero complesso.
Nel corso del Ottocento i baroni Ricasoli di Firenze acquistarono la struttura e la trasformarono nell'attuale fattoria appoderata, introducendo la mezzadria.
Aspetto attuale
La Fattoria della Grancia si presenta come un imponente complesso che si sviluppa su tre ali (due laterali minori a nord e a sud ed una centrale maggiore a ovest), che chiudono su 3 lati l'ampio cortile interno dove sorge la Cappella di Santa Maria a Grancia; l'intera struttura si sviluppa su tre livelli.
Pur nel suo evidente aspetto di fattoria fortificata ed imponente, il complesso si presenta in linee sobrie e semplici che ricordano sia l'origine rinascimentale della grangia, che le ristrutturazioni avvenute nel corso dell'Ottocento per recuperarlo dallo stato di abbandono; le strutture murarie si presentano completamente rivestite in intonaco.
La Fattoria della Grancia ospita l'Archivio della Riforma Fondiaria.
Bibliografia
Aldo Mazzolai. Guida della Maremma Percorsi tra arte e natura. Firenze, Le Lettere, 1997.
Marcella Parisi (a cura di). Grosseto dentro e fuori porta. L'emozione e il pensiero (Associazione Archeologica Maremmana e Comune di Grosseto). C&P Adver Effigi Siena, 2001.
|