Olafur Eliasson, Nel Tuo Tempo, Fondazione Palazzo Strozzi, 22 September 2022 - 22 January 2023 [2]
Firenze, 22 settembre 2022
Olafur Eliasson, Nel tuo tempo, Palazzo Strozzi, Firenze
Dal 22 settembre 2022 la Fondazione Palazzo Strozzi presenta Nel tuo tempo, grande mostra che vede il coinvolgimento di tutti gli ambienti rinascimentali del palazzo attraverso le opere di Olafur Eliasson, uno dei più originali e visionari artisti contemporanei, la cui poliedrica produzione ha abbracciato nel corso della sua carriera installazioni, dipinti, sculture, fotografia e immagini in movimento. Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la mostra è il risultato del lavoro diretto dell’artista sugli spazi di Palazzo Strozzi con installazioni storiche e nuove produzioni, che ne sovvertono la percezione, impiegando l’edificio stesso come strumento per creare arte. Il palazzo rinascimentale diviene infatti un corpo dinamico in cui elementi architettonici come finestre, soffitti, angoli e pareti diventano protagonisti attraverso interventi che utilizzano luci, schermi, specchi o filtri colorati. Eliasson presenta così una pluralità di possibili narrazioni con l’obiettivo di una nuova consapevolezza dello spazio da parte del pubblico. Oltrepassando i confini e i limiti fisici di uno spazio, la mostra Nel tuo tempo mette in discussione la distinzione tra realtà, percezione e rappresentazione.[2]
Olafur Eliasson:
«Nel tuo tempo è un incontro tra le opere d'arte, i visitatori e Palazzo Strozzi. Questo straordinario edificio rinascimentale ha viaggiato attraverso i secoli per accoglierci qui, ora, nel ventunesimo secolo, non come semplice contenitore ma come co-produttore della mostra. Non è solo Palazzo Strozzi ad aver viaggiato nel tempo. Come visitatore, ognuno di noi ha vissuto, con una relazione tra corpo e mente sempre diversa in modo individuale. Ognuno con le proprie storie ed esperienze, ci incontriamo nel qui e ora di questa mostra».
Punto di partenza dell’esposizione è Under the weather (2022) opera site specific per lo spazio pubblico del cortile di Palazzo Strozzi, costituita da una grande struttura ellittica di 11 metri sospesa a 8 metri di altezza, che crea agli occhi dei visitatori un effetto fatto di interferenze visive, simili allo sfarfallio di uno schermo. L’installazione propone infatti ciò che è noto come effetto moiré che, in questo caso, viene impiegato per destabilizzare la rigida architettura ortogonale di Palazzo Strozzi, mettendo in discussione la percezione di struttura storica stabile e immutabile. Mentre i visitatori si spostano nel cortile l’installazione si trasforma continuamente ai loro occhi, interagendo con ciascuno individualmente. L’opera diviene così uno scambio tra il movimento di ogni visitatore che attiva l’opera e la sua personale esperienza visiva che la completa. La stessa forma ellittica sembra trasformarsi con la posizione di chi guarda, tanto che – da specifici punti di vista alle estremità del cortile – la struttura può apparire circolare, creando un’atmosfera ipnotica tipica di quell’ambiguità visiva che ha affascinato Eliasson per decenni e ispirato molte delle sue opere [2].
Dal cortile il percorso prosegue all’interno del palazzo dove si rivela il dialogo diretto di Eliasson con l’architettura attraverso l’utilizzo di luci artificiali, ombre fugaci, riflessi, effetto moiré e colori intensi. L’edificio non è solo un semplice contenitore o uno sfondo, bensì diviene co-produttore delle opere, strumento creativo che interagisce con la percezione dei visitatori. Nelle prime tre sale del Piano Nobile Eliasson si confronta con le finestre del palazzo giocando tra realtà e rappresentazione, presenza e assenza, in un alternarsi di luci, colori e ombre. Proponendo soluzioni che appaiono simili a scenografie teatrali o set cinematografici, l’artista invita a percepire in modo nuovo l’architettura, destabilizzandone la comprensione tradizionale e consolidata [2].
Eliasson interviene in maniera minima nelle sale, creando tuttavia forti e coinvolgenti atmosfere in cui protagonista è il rapporto tra lo spazio esterno e quello interno, tipico di Palazzo Strozzi e delle sue grandi vetrate che si affacciano sia sul cortile che sulla strada. Le luci rendono visibili le irregolarità del materiale: bolle, graffi, polvere ne evidenziano la matericità consentendo ai visitatori di prendere coscienza del vetro come membrana che separa l’interno dall’esterno. Questa superficie “mediatrice” ha una fondamentale funzione protettiva, ma consente anche la comunicazione visiva, evocando così le grandi vetrate gotiche e rinascimentali in cui la luce era interpretata come manifestazione visibile del divino e metafora di elevazione spirituale[2].
Due opere del percorso espositivo richiamano il tema del cerchio e dell'ellisse introdotto nel cortile. How do we live together (2019) è costituita da un grande arco metallico che invade in diagonale lo spazio di una sala in cui il soffitto è rivestito da una superficie specchiante. Tramite un effetto di illusione tipico di Eliasson, utilizzato in celebri opere come The weather project (2003) alla Tate Modern, l’arco si raddoppia diventando un cerchio, una sorta di anello che unisce lo spazio reale con quello irreale. L’installazione Solar compression (2016) è costituita invece da un disco circolare sospeso, specchiante su entrambi i lati, in costante movimento, emanando dal suo interno una luce gialla che inonda l’ambiente. Quella stessa luce è alla base dell’installazione Room for one colour (1997) dove in uno spazio totalmente vuoto la percezione degli spettatori è alterata dall’immersione nella luce di lampade monofrequenza che trasforma tutti i colori in sfumature di grigio, giallo e nero, accentuando tuttavia la percezione dei dettagli da parte degli spettatori. Nel percorso, inoltre, si incontra un’opera iconica della carriera di Eliasson come Beauty (1993).
L’installazione pone di fronte a uno spettacolare arcobaleno in cui fasci di luce bianca sono scomposti nei colori dello spettro visibile attraverso una cortina di nebbia. Questa apparizione è creata dalla luce proiettata, rifratta e riflessa dalle gocce d'acqua in cui il pubblico è chiamato a immergersi. A seconda dell’angolazione ciascuno ha infatti una visione soggettiva e personale: non ci sono due spettatori che vedono lo stesso arcobaleno. Emblematico del lavoro di Eliasson e testimonianza della sua ricerca sulla visione come azione di frammentazione e complessità del pensiero è invece Firefly double-polyhedron sphere experiment (2020), grande poliedro di vetri colorati verdi, arancioni, gialli, ciano e rosa che nasce dall’interesse dell’artista per i temi della geometria e della luce. Nella stessa sala l’opera dialoga con Colour spectrum kaleidoscope (2003) grande caleidoscopio esagonale fatto di specchi dicromatici di vari colori[2].
Come afferma Eliasson:
«I caleidoscopi giocano sul fatto che ciò che vediamo può essere facilmente disorganizzato o riconfigurato. Utilizzano un approccio ludico per mostrarci diversi modi di guardare il mondo; in questo senso potremmo dire che un caleidoscopio rappresenta una prospettiva diversa».
La geometria di Firefly double-polyhedron sphere experiment è il prodotto di decenni di ricerca dello Studio Olafur Eliasson. Due poliedri complessi sono incastrati l'uno nell'altro. Le facce di entrambi sono realizzate con varie tonalità di vetro filtrante a effetto cromatico iridescente, un materiale speciale che riflette la luce di un singolo colore lasciando passare le altre tonalità. Quando la forma interna ruota lentamente intorno all'asse centrale, le lastre di vetro policromo sovrapposte producono tonalità sempre diverse. Piccoli faretti LED montati sul telaio illuminano il centro della scultura e si riflettono all'esterno attraverso gli interstizi della costruzione. Le luci scintillano al suo interno, come lucciole, in un'ampia gamma di colori e proiettano forme e ombre complesse e variegate sullo spazio circostante.
A Palazzo Strozzi, l'opera dialoga con Colour spectrum kaleidoscope (2003)[6].
Un caleidoscopio esagonale composto da sei diverse tonalità di vetro filtrante ad alta riflessione è montato su un supporto all'altezza degli occhi. Un'estremità è costituita da una stretta apertura. Sul lato opposto del caleidoscopio, all'estremità grande, gli spettatori scrutano l'ambiente circostante e il movimento degli altri spettatori riflesso in una miriade di colori e sfaccettature. Quest'opera è stata originariamente concepita da Eliasson per il Padiglione danese della 50a Biennale di Venezia, nel 2003 [7].
Strozzina
La mostra prosegue negli spazi della Strozzina attraverso opere che continuano la riflessione di Eliasson sulla percezione e sull’utilizzo dell’effetto moiré. Eye see you (2006) crea leggeri effetti moiré sulla base della posizione e del movimento di ogni visitatore. Inoltre, nella serie City plan (2018) sette piante urbane sono ricondotte a forme geometriche su specchi che riflettono sette diversi quotidiani locali sostituiti giornalmente, per ripresentare considerazioni sul tempo, tema conduttore della mostra.
Fivefold dodecahedron lamp (2006) è costituito da un dodecaedro che contiene un tetraedro di vetro altamente riflettente.
La struttura di Fivefold dodecahedron lamp, 2006, è costruita a forma di dodecaedro di rame. All'interno di questa forma si trova un tetraedro di vetro altamente riflettente. Questi due corpi solidi si collegano ai quattro angoli del tetraedro. Al centro della scultura è appesa una lampada alogena. In un gioco di riflessi e ombre, all'interno e all'esterno, il vetro riflette il motivo a cinque facce quando la luce è spenta, mentre il motivo viene proiettato sulle pareti dello spazio circostante quando la luce è accesa. [5]
Presentata al pubblico per la prima volta è Your view matter (2022), nuova opera dell’artista che utilizza la tecnologia VR (Virtual Reality, cioè realtà virtuale) per sperimentare la percezione umana nello spazio digitale. Indossando uno speciale visore il pubblico entra in un mondo digitale da esplorare, costituito da sei diversi spazi virtuali. Cinque di questi spazi prendono la forma di uno dei solidi platonici (il tetraedro, l'ottaedro, l'icosaedro, il dodecaedro e il cubo), il sesto ci conduce all’interno di un’immensa sfera.
Immersi in una realtà parallela accompagnati da u na colonna sonora creata dall’artista, i visitatori possono muoversi in questi spazi virtuali, interagendo con le loro complesse geometrie in una profonda interazione esperienziale, dove le pareti e i soffitti, a volte a colori altre in bianco e nero, brillano con un effetto moiré in continua evoluzione. Nel tetraedro, il primo spazio che i visitatori incontrano, il moiré si manifesta come risultato dei limiti di risoluzione del visore VR, reagendo al rumore stesso del visore e attirando l'attenzione sul dispositivo. Poiché nessuno dei motivi moiré è visibile se lo spettatore non si muove, il funzionamento dell’opera si basa sull’interazione e il coinvolgimento attivo del pubblico, sperimentando dunque un incontro tra lo spazio digitale e il corpo del visitatore. Come dichiara Eliasson: “l’esperienza di quest’opera si basa su un disimparare e imparare di nuovo a sapere usare il senso della vista, coinvolgendo non solo gli occhi ma anche tutto il corpo e la nostra mente”[2].
Palazzo Strozzi, facciata [Olafur Eliasson, Nel Tuo Tempo, Fondazione Palazzo Strozzi, 22 September 2022 - 22 January 2023] [2]
Palazzo Strozzi è un palazzo rinascimentale nel centro storico di Firenze. Oggi funge da spazio espositivo per grandi mostre.
Il palazzo fu commissionato dal mercante fiorentino Filippo Strozzi (1428-1491). Gli Strozzi erano una delle famiglie più ricche della città e importanti rivali dei Medici.
La costruzione iniziò nel 1489 sotto la guida dei fratelli Giuliano da Sangallo (1443-1516) e Benedetto da Maiano (1442-1497). Dopo la morte di Benedetto da Maiano, Simone del Pollaiolo (1457-1508) prese in mano il progetto. Egli vi lavorò fino al 1504. Infine, la costruzione fu completata nel 1538. Gli Strozzi tennero il palazzo fino al 1937, quando lo donarono allo Stato italiano. Dal 1999, Palazzo Strozzi è sotto la gestione della città di Firenze. Oggi è un museo dove ogni anno si tengono diverse mostre. È innegabilmente diventato uno dei principali luoghi pubblici per l'arte classica e contemporanea in Italia. Sono state allestite mostre su Donatello, Verrocchio, Natalia Goncharova e sugli artisti americani della collezione Walker. Ma vi hanno esposto anche artisti contemporanei come Anselm Kiefer, Helen Frankenthaler, Tracey Emin, Anish Kapoor, Bill Viola, Marina Abramovic e Olafur Eliasson.
L’installazione per il cortile Under the weather (2022) è resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati nell’ambito del progetto Palazzo Strozzi Future Art.
La mostra Nel tuo tempo è realizzata in collaborazione con il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea che ospiterà un'installazione site-specific dell'artista a partire dal 3 novembre 2022.
Per l’acquisto del biglietto è possibile collegarsi al sito della Fondazione Palazzo Strozzi a questo link
Olafur Eliasson, Just before now, 2022, Fondazione Palazzo Strozzi, Florence, 2022 [Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio. Courtesy Fondazione Palazzo Strozzi, Florence] [2]
Olafur Eliasson
L’artista islandese-danese Olafur Eliasson (1967) lavora con la scultura, la pittura, la fotografia, i video, le installazioni e i media digitali. La sua arte è guidata dal suo interesse per la percezione, il movimento, l’esperienza vissuta, i propri sentimenti e quelli della comunità. La sua pratica non è limitata ai confini dei musei e delle gallerie e coinvolge il pubblico attraverso progetti architettonici, interventi negli spazi pubblici, interventi di educazione artistica, sociale e ambientale. Dal 1997 le sue mostre personali di ampio respiro sono state ospitate nei principali musei di tutto il mondo. Ha rappresentato la Danimarca alla 50ª Biennale di Venezia nel 2003 con The Blind Pavilion; nello stesso anno ha presentato The weather project, installazione site specific per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra, visitata da più di due milioni di persone. Nel 2007, per la Serpentine Gallery nei Kensington Gardens di Londra insieme all’architetto Kjetil Thorsen Eliasson progetta il Serpentine Gallery Pavilion, una complessa struttura basata sul principio della rampa a spirale. Nel 2014 la mostra Contact ha inaugurato la Fondation Louis Vuitton a Parigi. La mostra del 2015 Verklighetsmaskiner (Reality machines) è stata l’esposizione di un artista vivente più visitata di sempre del Moderna Museet di Stoccolma. Nel 2016 Olafur Eliasson ha allestito due grandi mostre al Long Museum di Shanghai e al Leeum, Samsung Museum of Art di Seul, eha realizzato una serie di interventi per la reggia e i giardini di Versailles.
Olafur Eliasson, Waterfall on the Grand Canal, Château de Versailles, Place d'Armes, 2016 [4]
Reality projector, installazione site specific per la Marciano Foundation di Los Angeles, è stata inaugurata nel marzo 2018, lo stesso mese di The unspeakable openness of things, mostra personale al Red Brick Art Museum di Pechino. Nel 2019 si è tenuta presso la Tate Modern In real life, ampia retrospettiva sulla pratica artistica di Eliasson negli ultimi venticinque anni, che nel 2020 è stata esposta al Guggenheim di Bilbao. Nel 2020 si sono tenute Olafur Eliasson: Symbiotic Seeing alla Kunsthaus Zürich e Sometimes the river is the bridge al Museo di Arte Contemporanea di Tokyo. Per la mostra Life del 2021, Olafur Eliasson ha rimosso la facciata in vetro della Fondation Beyeler a Basilea creando un’installazione in cui l’acqua verde brillante di uno stagno è stata deviata all’interno delle sale del museo, insieme a innumerevoli piante, anatre e insetti.
Eliasson vive e lavora a Copenaghen e Berlino. Con sede a Berlino, lo Studio Olafur Eliasson riunisce un ampio gruppo di artigiani, architetti, archivisti, ricercatori, amministratori, cuochi, storici dell’arte e tecnici specializzati.
Palazzo Strozzi, mostre
Marina Abramovic, The Cleaner, Palazzo Strozzi, 2018
Anselm Kiefer, Angeli caduti, Fondazione Palazzo Strozzi, Florence, 22 March 2024 - 21 July 2024
Anish Kapoor. Untrue Unreal, Palazzo Strozzi, Firenze, 07 October 2023 - 04 February 2024
Olafur Eliasson, Nel Tuo Tempo, Fondazione Palazzo Strozzi, 22 September 2022 - 22 January 2023
Donatello, the Renaissance, Fondazione Palazzo Strozzi, 19 March 2022 - 31 July 2022
American Art 1961-2001, The Walker Art Center Collections, from Andy Warhol to Kara Walker, Fondazione Palazzo Strozzi, 28 May 2021 - 29 August 2021
La mostra riunisce un'eccezionale selezione di oltre 80 opere di 53 artisti tra cui Andy Warhol, Mark Rothko, Louise Nevelson, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Bruce Nauman, Barbara Kruger, Robert Mapplethorpe, Cindy Sherman, Matthew Barney, Kara Walker e molti altri.
Natalia Goncharova: A Woman of the Avant-Garde with Gauguin, Matisse and Picasso. Fondazione Palazzo Strozzi, Florence. September 28 2019 – January 12 2020
Verrocchio, master of Leonardo, Fondazione Palazzo Strozzi, Florence, 09 March 2019 - 14 July 2019