Il territorio del monte Amiata si colloca in parte nella provincia di Grosseto e in parte in quella di Siena. Il Monte Amiata è una presenza inconfondibile nel panorama della Maremma. Unica vera montagna della Toscana meridionale, è con i suoi 1736 metri il più elevato tra i vulcani spenti italiani. Noto per i suoi centri medievali, per la sua gastronomia e per le sue piste da sci, è rivestito a partire dagli 800 metri da una magnifica foresta che alterna il castagno all'abete e al faggio. Affacciato a nord-est sui dolci paesaggi della Val d'Orcia, l'Amiata chiude verso oriente il panorama della Maremma, ed è a portata di mano dalle colline di Grosseto. Chi s'interessa alla storia ha a disposizione i centri storici di Arcidosso, Castel del Piano, Santa Fiora e Seggiano e numerosi monumenti isolati. Le Riserve Naturali Provinciali del Monte Labbro (630 ettari) e del Monte Penna (1050 ettari), che si estendono intorno ai due più importanti satelliti del Monte Amiata e l'Oasi WWF del Bosco Rocconi (150 ettari), base per i progetti di reintroduzione del capovaccaio in Maremma. I sentieri del Parco Faunistico dell'Amiata, sul versante settentrionale del Monte Labbro, permettono di avvistare cervi, daini, lupi, camosci e caprioli. Una fitta rete di itinerari escursionistici realizzati dalle due Comunità Montane del Monte Amiata interessa entrambi i versanti della montagna.
Successivamente alla presenza di colonie prima etrusche e poi romane, allocate in forma sparsa nelle parti più basse della montagna e di cui rimane traccia in recenti scavi e conseguenti reperti ancora da completare ed inquadrare, l'Amiata - intesa come area con al centro la parte montuosa e alle vaste falde un sistema di alture, rilievi e vallate - registra negli anni dopo Cristo i primi insediamenti episodici per lo più di tipo rurale, determinati anche da esigenze di sicurezza e di rifugio per quelle popolazioni che si spostavano per aggressioni subite o minacciate: solo la montagna poteva offrire validi capisaldi di difesa o foreste per nascondersi. Queste condizioni facilitarono la nascita e lo sviluppo di una più consistente antropizzazione dell'area amiatina mediante il sorgere e lo svilupparsi di una rete relativamente fitta di casali e di pievi, utili agli scambi mercantili e alla pratica religiosa delle sporadiche popolazioni insediate nel territorio. Con il decorso del tempo, favorito dalla politica feudale dei longobardi e dei poteri abbaziali, si realizza un graduale ma consistente accentramento dell'economia e dei mercati, fino ad agevolare il fenomeno dell'incastellamento. L'Amiata rientra poi negli annali storici per aver conosciuto e subito l'affermazione di due poteri di un grande rilievo politico e strategico: quello religioso dell'abbazia cistercense di San Salvatore e quello laico della famiglia Aldobrandeschi, di origine longobarda. Dal XIV secolo, l'Amiata ha poi seguito le vicende della Repubblica di Siena e successivamente del Granducato di Toscana. Nel 1766 con decreto del granduca Pietro Leopoldo di Lorena, fu istituita la provincia di Grosseto e da allora l'Amiata è rimasta divisa amministrativamente fra le provincie di Grosseto (versante occidentale) e Siena (versante orientale).
Il territorio del monte Amiata è l’ambiente ideale per gli amanti del trekking.
La cartina KOMPASS 653 Pienza, Montalcino, Monte Amiata 1:50 000 contiene tutte le informazioni utili all‘escursionista ed agli amanti dell‘outdoor: attualità dei percorsi, segnalazioni, curve di livello, itinerari cicloturistici, scialpinistici e percorsi a cavallo. Informazioni turistiche e diversi aspetti tematici contribuiscono ad arricchire e descrivere il territorio riportato sulla carta. I contenuti topografici sono espressi in forma completa e facilmente leggibile. La guida a colori, allegata alla cartina, fornisce informazioni utili sulle curiosità locali, rifugi, tour consigliati e le indicazioni necessarie all‘utente per muoversi con disinvoltura sul territorio.
Da Roccalbegna a Rocchette di Fazio (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 10 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 330 m, Dislivello in discesa: 280 m.
Questo piacevole itinerario percorre a mezza costa la solitaria valle dell'Albegna, traversa vari valloni e raggiunge il pittoresco borgo di Rocchette. I primi 2 km sono su una strada asfaltata, il resto utilizza delle tranquille strade sterrate, alla fine si può raggiungere (altri 3 km) Semproniano. Segnavia n. 8.
Da Roccalbegna all'Oasi WWF dei Rocconi (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 16 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 250 m, Dislivello in discesa: 250 m.
Sulle alture della destra orografica dell'Albegna, raggiunge il Fosso il Rigo e risale verso il bosco e il casale dei Rocconi, cuore dell’omonima area protetta dal WWF. Segnavia n. 7.
Da Arcidosso al Monte Labbro e a Roccalbegna (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 13 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 550 m, Dislivello in discesa: 710 m.
La traversata della montagna che si affianca da sud all'Amiata consente di ammirare vasti panorami e di visitare il "tempio" giurisdavidico costruito sui 1193 metri della cima. Toccato il podere le Capanne, si scende al centro storico e alle torri calcaree di Roccalbegna. Segnavia n. 6.
Da Santa Fiora a Selva (Percorribile a piedi e in bicicletta)
Sviluppo: 9 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 370 m, Dislivello in discesa: 240 m.
La prima parte della traversata dalle pendici dell'Amiata al Monte Civitella e a Castell’Azzara include lunghi tratti su strade asfaltate. Si scende alla valle della Fiora, si risale lungo quella dello Scabbia, alla fine si tocca il Convento della SS. Trinità. Segnavia n. 19.
Da Arcidosso al Monte Labbro e a Roccalbegna (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 11 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 560 m, Dislivello in discesa: 710 m.
Quasi interamente su strade sterrate, sale al Monte Labbro tra i campi e i pascoli del versante orientale, con ampi panorami sul Monte Amiata. La discesa è in comune con l'itinerario precedente. Segnavia n. 6.
Da Selvena a Castell'Azzara (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 7 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 350 m, Dislivello in discesa: 450 m.
La traversata del massiccio del Monte Penna e del Monte Civitella inizia con una ripida salita e prosegue toccando il Poggio della Vecchia e la sorgente delle Fossatelle. Segnavia n. 19.
Da Arcidosso alla Fonte alle Monache e a Santa Fiora (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 14 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 630 m, Dislivello in discesa: 620 m.
Uno dei più interessanti sentieri dell'Amiata. Si sale tra bellissimi castagneti, si raggiunge l'Anello della Montagna e lo si segue fino alla Fonte delle Monache. La discesa tocca le abetine di Poggio Trauzzolo e le pareti trachitiche de Le Mura. Segnavia n. 10 e 12.
Da Seggiano a Castel del Piano e ad Arcidosso (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 9 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 450 m, Dislivello in discesa: 270 m.
Il comodo itinerario che collega i paesi del versante grossetano dell'Amiata scende al castello del Potentino e al torrente Vivo, risale a Castel del Piano e prosegue con qualche saliscendi fino ad Arcidosso. Segnavia n. 4 e 5.
L'Anello della Montagna (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 24 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 560 m, Dislivello in discesa: 560 m.
Il più lungo e famoso sentiero dell'Amiata compie il periplo della montagna tra i 1000 e i 1300 metri di quota e traversa boschi di faggio, abete, cerro e castagno. Dal versante grossetano lo si raggiunge salendo in auto a Fonte Capo Vetra, al Prato delle Macinaie, alla Fonte alle Monache e alla Madonna del Camicione. A piedi, si possono seguire i sentieri che salgono da Castel del Piano, Arcidosso e Santa Fiora. Segnavia n. 10.
Da Rocchette di Fazio a Semproniano e a San Martino sul Fiora (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 14 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 270 m, Dislivello in discesa: 310 m.
Questo percorso di raccordo consente di raggiungere la zona dei Tufi di Sovana, Pitigliano e Sorano. Dopo aver raggiunto il capoluogo si prosegue a sud verso Catabbio e San Martino. Segnavia n. 7,8, 9 e 3.
Da Selva a Selvena (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 1 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 200 m, Dislivello in discesa: 100 m.
La traversata prosegue ridiscendendo alla valle dello Scabbia, scavalcando il Poggio Fontenassa e toccando le case di Poggio Montone. Da Selvena si possono raggiungere verso sud (4 km a/r) le rovine di Rocca Silvana. Segnavia n. 19.
Cycling in Southern Tuscany | 35 Cycleways and cycle routes
25. L’alta valle del Fiora
SANTA FIORA - TORRENTE SCABBIA - TORRENTE RIGO SECCO - SELVA - SANTA FIORA
26. La valle del Fiora e le città del Tufo
SANTA FIORA - SELVA - SELVENA - ELMO - SORANO - PITIGLIANO - SOVANA - SAN MARTINO SUL FIORA - BIVIO CATABBIO - SEMPRONIANO - PETRICCI - TRIANA - LOCALITA' AIOLE - SANTA FIOR A
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