Abbazia San Salvatore di Monte Amiata, oggi uno dei centri turistici più importanti del monte Amiata e della stessa Toscana, rievoca l'ormai trascorsa epoca della produzione del mercurio, proveniente dal suo minerale di base (il cinabro) che si estraeva in una miniera limitrofa allo stesso paese, ma anche in altri siti dell'Amiata. Oggi del mercurio, non più prodotto da oltre trent'anni, rimane una memoria conservata in un interessante museo ricavato dalla vecchia miniera, un'area riqualificata a destinazione artigianale. Il Museo operativo da qualche anno, propone un'interessante storia dell'estrazione, anche grazie al valido contributo di ex minatori in qualità di guide. Nel comune di Abbadia, che estende i suoi confini fino alla vetta dell'Amiata, sono presenti degli impianti per gli sport invernali e 12 km di piste da sci. Dal paese, circondato da boschi di castagno, si può accedere a dei percorsi naturalistici per escursioni a piedi, a cavallo e in mountain bike. La cittadina del lembo meridionale della Toscana non è solo meta di turismo, ma anche stazione climatica e luogo di vacanza abituale per numerosi villeggianti.
L'abbazia di San Salvatore è l'edificio sacro che dà il nome al comune di Abbadia San Salvatore.
La tradizione vuole che il complesso benedettino, attestato dal 762, sia stato fondato dal duca longobardo Ratchis. L'abbazia ebbe il periodo di maggiore splendore dal X al XII secolo; nel 1782 fu soppressa e la chiesa ridotta a parrocchiale.
La chiesa, risalente al 1035, presenta una facciata a capanna alta e stretta, affiancata da due torrioni, quello di destra incompiuto e l'altro merlato. L'aspetto attuale è in parte il risultato di restauri degli anni trenta del Novecento. L'interno, a croce latina, conserva un Crocifisso ligneo policromato della fine del XII secolo, la Leggenda del duca Ratchis (1652-1653) e il Martirio di San Bartolomeo (1694), entrambi di Francesco Nasini.
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