La costituzione del museo di Cosa nasce dalla collaborazione tra lo Stato Italiano, la Soprintendenza Archeologica e l’Accademia Americana di Roma, nel contesto delle campagne di scavo intraprese in questo sito.
L’ambiente espositivo è realizzato nella stessa area archeologica e utilizza le strutture pertinenti ai resti dell’abitazione di Q. Fulvius.
Il museo è composto di tre sale che si aprono su un cortile centrale: la sala da cui prende inizio il percorso ospita i reperti più interessanti rinvenuti nell’area dell’acropoli, del foro e nelle abitazioni private, oltre ad offrire una chiara lettura dell’intero abitato attraverso la ricostruzione tridimensionale delle principali aree pubbliche.
Tra i materiali più significativi sono da segnalare le terrecotte architettoniche pertinenti alla decorazione dei templi e un vasto repertorio di oggetti di uso quotidiano, dal vasellame ceramico e vitreo ai piccoli strumenti in bronzo (cucchiaini, pesi da bilancia, chiavi e serrature) e in avorio (aghi da cucito, spilloni ferma capelli, dadi).
La seconda sala conserva i reperti provenienti dall’area del porto, costituiti prevalentemente da anfore, pesi da rete in terracotta e piombo, aghi per la fabbricazione e la manutenzione delle reti da pesca e ami, oltre alla ricomposizione di una sepoltura femminile, rinvenuta nella necropoli della città.
La terza sala ospita materiali sporadici, rinvenuti sulle rovine della città, quale testimonianza delle frequentazioni del luogo avvenute dopo la distruzione della città di Cosa, in un arco temporale che si protrae fino al XIV secolo. [2]
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